Ho iniziato a fotografare all’età di 14 anni, seguendo mio padre giornalista.
Visitando posti interessanti, soprattutto di montagna, iniziavo a registrare nelle imagini quello che vedevo.
Facevo filmati, sempre al seguito di mio padre, giornalista di tele Montecarlo e direttore del giornale nazionale, dell’associazione nazionale alpini, utilizzando una cinepresa a 16 m/m e realizzando diverse copertine per la rivista.
Nel 1987, con l’amico Giovanni Onfiani, rileviamo lo studio fotografico del grandissimo Guido Ficarelli chiamandolo Studio Jack & Joe.
Dopo la perdita di mio papà nel 1982 ho trovato in Ficarelli un maestro ed un amico: dalla camera oscura, allora il bianco e nero era ancora in gran voga, all’uso delle fotocamere.
La cosa più grande che mi ha insegnato è stato il cercare una visione critica delle opere e delle immagini prodotte da altri, ma soprattutto, sulle immagini prodotte da me, discutendole insieme e mostrandomi quelli che erano gli errori commessi.
Insegnandomi l’umiltà nel riconoscerli, accettarli e non ricommetterli. Oggi oltre alla professione, dedico parte del mio tempo nell’organizzare corsi di fotografia, a vari livelli di apprendimento, dove cerco di trasmettere la mia passione e le mie conoscenze sulla fotografia derivate da una vita di passione e da trent’anni di professione.
Ho iniziato a fotografare all’età di 14 anni, quando, seguendo mio padre giornalista. Nel 1982 persi mio papà ho trovato in Ficarelli un grande maestro fotografo, un amico quasi un padre. La cosa più grande che mi ha insegnato è cercare una visione critica delle opere Da una bella immagine, non ha mai imparato nulla nessuno, dagli errori, si impara sempre.
Giandomenico Reverberi - J&J